sabato 27 ottobre 2007

Kathputli a Laveno














"La danza di Gangour" a Laveno (va)

Queste foto mostrano lo spettacolo di marionette tradizionali del Rajasthan (kathputli) che i nostri amici di Udaipur hanno portato in giro per la Campania e la provincia di Varese in luglio e agosto scorsi.






Rajesh Gurjargour (university of Arts, Udaipur)

scheda tecnica dello spettacolo e del laboratorio di Kathputli

La Danza Gangour del Rajasthan

e altre Storie Tradizionali


a cura del Laboratorio UNIVERSITY OF ARTS di Udaipur (India)


Sui versi cantati, al ritmo dal tamburo dholak, danzano numerosi personaggi meravigliosi: principesse, danzatrici, suonatori, maghi, serpenti e incantatori, circensi e abitanti di villaggio intenti a celebrare le feste rurali della stagione.


Il carattere fiabesco, la gestualità e gli abiti tradizionali degli animatori li rendono del tutto simili alle marionette che animano, infatti queste rispecchiano una tradizione antica che vive ancora nel piccolo laboratorio alle porte del palazzo del maharaja di Udaipur, nel Rajasthan, la “Terra dei Re”.



Il marionettista usa una particolare tecnica di emissione vocale con uno strumento simile a una pivetta, un’ancia fatta di bambù (boli)

Alcune danze dello spettacolo vengono rappresentate con musiche tradizionali registrate, mentre per altre c’è la presenza in scena di cantanti/ suonatori; questo insieme di danza/animazione, canto e musica strumentale presente sulla scena è un aspetto tipico del teatro popolare indiano ed asiatico in generale.


Animatori : Rajesh Gurjargour, Pannalal Meghwal. Canti e musiche: Shivlata Gurjargour


Informazioni tecniche

Durata:

circa 45 minuti (adattabile a tempi inferiori se necessario o preferito a seconda della tipologia di pubblico e del contesto)

Luci:

4 luci focus davanti; 1 luce dietro la baracca per l’animazione

Audio:

impianto cd/cassette + due microfoni “senza fili” oppure uno panoramico.

Ingombro palcoscenico:

circa l 3 x p 3 x 2,5

visto che il teatrino in India è per un pubblico seduto a terra, sarebbe opportuno avere un palco per rialzarlo.




Laboratorio di costruzione e animazione

di Kathputli, marionette del Rajasthan


Le marionette Rajastane sono generalmente snodate fra testa, busto, anche, braccia; spesso le gambe sono assenti, sostituite da larghi vestiti che consentono caratteristiche evoluzioni della danza e posizioni sedute molto coreografiche. Particolari personaggi hanno la testa che si stacca e diviene come una sfera da giocoliere, altri suonano strumenti musicali, qualcuno ha una doppia identità, e molti altri hanno tratti sorprendenti, ma la cosa che colpisce è l’immediatezza dei movimenti e l’assenza di “meccanicità”. Alcune marionette hanno gli incroci di legno per le mani, a seconda dei movimenti, mentre spesso i fili sono mossi direttamente fra le dita, consentendo raffinati movimenti ed effetti molto espressivi (ad esempio i possibili movimenti della testa, grazie al collo, riflettono molto la mimica comune delle persone indiane). A questo contribuiscono le forme originali discendenti dall’iconografia scultorea e pittorica indiana antica, ancora viva in questa forma di artigianato, sia negli stili classici che tribali da essa presentati.





Durante il laboratorio per limiti di tempo si potrà realizzare solamente una marionetta tipica, ad esempio una danzatrice, o un re ecc. Si offrirà comunque la possibilità di comprendere i semplici ma geniali meccanismi che rendono possibile tanta vita delle marionette indiane, in modo tale da averne un’idea variegata e complessa per una ulteriore costruzione nel proprio laboratorio di casa.


Condurrà il laboratorio tutta la compagnia di University of Arts di Udaipur:

Pannalal Meghwal, Ram Singh, Rajesh e Shivlata Gurjargour



Un bel ricordo dell’accoglienza nel laboratorio (a Udaipur, Rajasthan, nel 2003)

…….. Per noi il primo insegnamento della scultura di marionette nel laboratorio è stato introdotto da una intima cerimonia di “iniziazione” a sorpresa, nella quale frutta e incensi sono stati offerti, Ram Singh ha cantato intense invocazioni con l’accompagnamento di un suonatore di Ravanattham intervenuto dalla via. Si è trattato di una puja, offerta e benedizione dei materiali grezzi dai quali nascono gli oggetti d’arte/artigianato, e degli artisti, sul polso dei quali viene legato ritualmente un filo di cotone. Solamente in seguito il pezzo di legno procurato appositamente per l’occasione è stato intagliato (tradizione sacra dell’arte indiana, Shilpa Shastra); questi elementi sono per noi un’aspetto vivo dell’arte tradizionale indiana, legata alla vita quotidiana e popolare. Nel trasmetterci disinteressatamente la loro arte, Rajesh e Pannalal con i loro familiari e collaboratori ci hanno dato un’amorevole ospitalità e un’insegnamento di artigiani, intriso di cultura locale e universale, indissolubilmente umano.

Igor